Roccia San Sebastiano

La Grotta di Roccia San Sebastiano lungo il versante occidentale del Monte Massico, alle falde del versante meridionale, è stata scoperta nel dicembre del 1999 nel corso di alcune ricognizioni.
Le sue origini risalgono a ben 40000 anni fa, all’epoca Paleolitica, frequentata senza interruzioni da Neanderthal e Sapiens, come si ricava da ricerche svolte ed in corso, confluite nelle esposizioni presso il Museo Civico Archeologico “Biagio Greco”. La ricostruzione paleoambientale e paleogeografica della piana costiera di Mondragone, è stata condotta mediante rilievi geomorfologici, analisi stratigrafiche e paleoecologiche e datazione radiometriche.
Gruppi di Neandertaliani si stanziarono sull’Ager Falernus (area racchiusa dal Monte Massico a Nord, dal fiume Savone a Sud-Ovest e dalle pendici del vulcano di Roccamonfina ad Est), ricca di selvaggina e di vegetazione.
Il deposito archeologico, esplorato nei rilievi più alti su una superficie ristretta, ha rivelato un’intensa frequentazione dell’uomo. Gli oggetti ritrovati, che si possono datare dal neolitico fino all’età del bronzo medio, comprendono numerosi e raffinati strumenti microlitici, oggetti di ornamento, ma soprattutto reperti derivati dalle attività quotidiane, svolte nell’insediamento: caccia, scuoiatura, taglio delle carni, cottura dei cibi, testimoniati da ossa animali frammentate e di strumenti in selce, dentino da latte di un bambino neandertaliano. In questa grotta dunque vi è una delle ultime testimonianze della presenza dei Neanderthal in Italia, dopo i ritrovamenti nelle numerose grotte del Monte Circeo datati tra 50.000 e circa 35.000 anni fa. Si ipotizza che sia stata l’inferiorità dal punto di vista tecnologico, ossia dell’industria litica, dei Neanderthal rispetto ai Sapiens, la causa dell’estinzione di questi uomini. Tutti questi oggetti si trovano nel Museo Civico Archeologico “Biagio Greco” di Mondragone.

Geolocalizzazione

Indirizzo: Via Appia Antica
Mondragone (CE)